Lo studio THRIVE Treatment ( THRombin Inhibitor in Venous thromboEmbolism ) ha coinvolto 2.489 pazienti con trombosi venosa profonda in fase acuta . Il 37% di questi pazienti presentava embolia polmonare.
I pazienti sono stati assegnati in modo random all’inibitore della trombina per os Ximelagatran ( Exanta ) 36mg due volte al dì ( b.i.d.) per 6 mesi, o Enoxaparina 1mg/die per via sottocutanea per un minimo di 5 giorni, seguita da Warfarin ( INR target = 2.0-3.0 ) per 6 mesi.
L’incidenza di eventi ricorrenti di tromboembolismo venoso è stata di 26 nel gruppo trattato con Ximelagatran contro 24 dei pazienti trattati con Enoxaparina / Warfarin.
All’analisi intention-to-treat, il rischio cumulativo stimato è stato del 2,1% versus 2%.
Il rischio di sanguinamenti maggiori è stato inferiore nel gruppo Ximelagatran ( 14 versus 25; rischio cumulativo stimato: 1,3% vs 2,2% ), così come la mortalità per tutte le cause ( 28 versus 42, rispettivamente ; rischio relativo stimato: 2,3% vs 3,4% ).
Nei pazienti trattati con Ximelagatran è stata osservata una maggiore incidenza di rialzo dei valori plasmatici degli enzimi epatici ( 9,6% versus 2%, rispettivamente ).
Questi aumenti sono risultati transitori e si sono ridotti spontaneamente nel corso del trattamento o alla sua interruzione. ( Xagena2003 )
Fonte: XIX Congress of the International Society on Thrombosis and Haemostasis ( ISTH ), Birmingham 2003;
Cardio2003 Farma2003